Il giornale "Corriere della Sera" ha pubblicato l'articolo firmato del Console Generale LIU KAN "La ricerca delle origini del Covid dovrebbe affidarsi alle verità scientifiche"

(Quotidiano del Popolo Online)lunedì 30 agosto 2021

Il 29 agosto, il giornale "Corriere della Sera" ha pubblicato l'articolo firmato del Console Generale LIU KAN "La ricerca delle origini del Covid dovrebbe affidarsi alle verità scientifiche", seguente il testo completo:

Attualmente le certezze della gente riguardo al Covid sono poche e limitate. Tempo e luogo della prima diffusione del virus ancora non risultano chiari. I risultati delle ricerche condotte dall'Università degli Studi di Milano, dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e da altri enti e istituzioni dimostrano come la data precisa delle prime prove tangibili di trasmissione del Covid va sempre più anticipata. E per coincidenza, anche la tempistica riguardante la prima comparsa di casi positivi di coronavirus negli USA sembra vada sempre più anticipata: sui social media americani, molti cittadini affermano di essere stati infettati dal Covid molto prima rispetto al primo caso accertato a Wuhan. La storia ci insegna che il luogo in cui sono stati segnalati per la prima volta un gran numero di casi di infezione spesso non corrisponde con il luogo di origine dell'agente patogeno: ritengo si tratti di semplice buon senso.

La ricerca delle origini del Covid è un serio problema di natura scientifica che può e deve essere studiato e analizzato solo da scienziati esperti con metodo ed approccio scientifico. A tal fine, è fondamentale una stretta cooperazione a livello internazionale. Ogni paese al mondo fa parte di una più grande comunità umana di salute e sanità, e ha il dovere di collaborare nel tracciare le origini di questo virus. La Cina, in quanto membro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attribuisce grande importanza al lavoro globale di ricerca delle origini del virus, ed ha sempre dimostrato di essere un grande paese che si assume le proprie responsabilità con azioni concrete.

Sin dallo scoppio della pandemia, la Cina ha sempre attivamente collaborato in maniera trasparente e responsabile con l'OMS: ha rapidamente condiviso con la comunità scientifica mondiale la sequenza del genoma virale ed ha invitato per ben due volte esperti OMS sul proprio territorio per condurre ricerche sulle origini del virus. È stato poi ufficialmente pubblicato un rapporto di ricerca congiunto Oms-Cina degli studi di fase uno sulle origini del virus nel marzo 2021, con la conclusione che l'ipotesi della fuga del coronavirus dall'Istituto di virologia di Wuhan è "molto improbabile". Tali conclusioni e raccomandazioni, riconosciute dalla comunità internazionale e della comunità scientifica, dovrebbero essere rispettate ed accettate unanimemente, OMS inclusa, e andrebbero d'ora in poi utilizzate come basi di partenza per promuovere un ulteriore lavoro di ricerca globale delle origini del virus, piuttosto che essere messe in dubbio con la pretesa di ricominciare tutto daccapo. Da quando è stato pubblicato il rapporto, gli esperti cinesi hanno anche presentato all'OMS un piano dettagliato della Cina su come svolgere la seconda fase di ricerca a livello globale. Il sostegno che la Cina sta dando al lavoro di tracciamento delle origini del coronavirus è evidente e sotto gli occhi di tutti.

Il lavoro di ricerca delle origini del virus dovrebbe essere posto al servizio della definitiva sconfitta dell'epidemia e lasciare che siano le verità scientifiche a parlare. Purtroppo, la realtà è tristemente diversa, e alcuni paesi sembrano avere più a cuore l'interesse politico rispetto alla vita delle persone, politicizzando questioni di carattere scientifico e portando avanti attacchi diffamatori su larga scala contro altri paesi. La manipolazione politica ha raggiunto addirittura i livelli del Segretariato dell'OMS il quale, non negoziando preventivamente la stesura di un nuovo piano con i suoi stati membri, ha posto la "teoria della fuga dal laboratorio" al centro della seconda fase di tracciamento delle origini del virus. Inoltre, il presidente degli Stati Uniti Biden ha addirittura ordinato ai servizi di intelligence di arrivare ad una conclusione entro 90 giorni: ciò è veramente assurdo. Questo è in evidente contrasto con le risoluzioni adottate durante la 73° Assemblea Mondiale della Sanità nel 2020, ignorando quindi quanto riportato nel più autorevole, professionale e scientifico rapporto di ricerca congiunta dell'OMS, di fatto ostacolando il lavoro di tracciamento delle origini del virus. Questo è qualcosa di cui la comunità internazionale composta di paesi e popoli dotati di coscienza e senso di giustizia non vuole essere testimone. A livello globale più di 300 tra partiti politici, organizzazioni sociali e think tanks hanno presentato una "Dichiarazione congiunta" al Segretariato dell'OMS, e 75 paesi hanno già scritto una lettera ufficiale, hanno rilasciato una dichiarazione o una nota rivolta al Direttore Generale dell'OMS chiedendo maggiore obiettività e imparzialità nel lavoro di ricerca sulle origini del virus e di opporsi fermamente a ogni tentativo di politicizzazione della faccenda. Ritengo che gli Stati Uniti d'America farebbero bene ad ascoltare la voce della giustizia che si alza dalla comunità internazionale e smettere di usare la questione della ricerca delle origini del virus per scopi di manipolazione politica. Se l'America dovesse continuare ad insistere con questa "teoria della fuga dal laboratorio", forse dovrebbe invitare l'OMS a svolgere le dovute indagini a Fort Detrick.

La Cina, infatti, come tutti i paesi del mondo, Italia compresa, è vittima della pandemia globale, e tutti sperano al più presto di poter individuare con certezza l'origine del virus e di fermarne la sua diffusione. A tal fine, il presidente Xi Jinping ha annunciato, durante il primo Forum Internazionale sulla cooperazione per il vaccino anti Covid-19 tenutosi ad inizio agosto, che la Cina si impegnerà nell'anno corrente a fornire 2 miliardi di dosi di vaccino per utilizzo a livello mondiale e che donerà 100 milioni di dollari per mettere in atto il "programma di accesso globale ai vaccini anti Covid-19" pensato per distribuire i vaccini nei paesi in via di sviluppo. Tutto questo in netto contrasto con la pratica americana di intorbidire la questione delle origini del virus con accuse infondate, di ignorare selettivamente ed intenzionalmente situazioni poco chiare riguardanti loro stessi e di costante politicizzazione di una faccenda così importante e delicata. Giustizia e lealtà albergano nel cuore delle persone, e le azioni della Cina sono una manifestazione concreta dell'impegno profuso per assicurare a tutti il diritto alla vita e la sopravvivenza di tutti i cittadini del "villaggio globale": sono certo che saremo in grado di resistere alla prova del tempo.

L'epidemia è ancora in pieno corso. La Cina è disposta a condividere con tutte le parti i risultati della ricerca sulle origini del virus per promuovere attivamente lo sviluppo di una nuova fase di tracciamento scientifico a livello globale, delineando il percorso da seguire per assicurare unità e cooperazione mondiale nella lotta alla pandemia, dando il suo contributo alla vittoria finale dell'uomo sul virus. 

(Fonte: Consolato Generale della Repubblica Popolare di Cina in Milano)

(Web editor: Liu Dong, Renato Lu)

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