Bambù, la soluzione verde per l'industria

(Quotidiano del Popolo Online)mercoledì 08 settembre 2021
Bambù, la soluzione verde per l'industria

La famosa pianta aiuta a diminuire l'uso di plastica ed è in grado di assorbire più CO2.

La Cina richiama le nazioni di tutto il mondo ad unire le forze nella promozione dello sviluppo sostenibile attraverso l'incremento dell'industria del bambù, contribuendo ulteriormente così alla lotta contro il cambiamento climatico.

Il bambù infatti, noto per la sua biodegradabilità e le sue qualità non inquinanti, rappresenta il futuro della vita ecologica. Secondo Jiang Zehui, co-presidente del consiglio dell'Organizzazione Internazionale del Bambù e del Rattan, proprio per questo, l'industria del bambù dovrebbe ottenere attenzioni positive dalle nazioni di tutto il mondo.

Le foreste di bambù, se ben gestite, sono in grado di assorbire significativamente più anidride carbonica di simili foreste di alberi. L'uso esteso del bambù dovrebbe essere incoraggiato, particolarmente in industrie come quella edilizia, tessile e della fabbricazione della carta, ha affermato Jiang durante una conferenza a Beijing lo scorso Lunedì.

L'industria del bambù, ha spiegato Jiang, giocherà un ruolo fondamentale nell'aiutare la Cina ad adempire al suo impegno nel raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e diventare un paese "carbonio-neutrale" entro il 2060.

La prima organizzazione intergovernativa nel campo, fondata in Cina, l'International Bamboo and Rattan Organization, conta ben 48 stati membri, 40 dei quali hanno divieti sull'uso di materiali plastici o fanno uso limitato di essi.

Ali Mchumo, direttore generale dell'organizzazione ha dichiarato che il mondo si trova di fronte alla minaccia esistenziale del riscaldamento globale. Il nostro ecosistema è devastato dal crescente aumento di rifiuti non biodegradabili, perciò molti paesi hanno agito emettendo divieti per l'uso di sacchetti di plastica, implementando la raccolta differenziata e ricercando su nuovi materiali "eco-friendly", come il bambù.

Con una maggiore comunicazione e lo scambio di esperienze, speriamo di riuscire a conoscere meglio il bambù e fare di esso un sostituto della plastica, il che ci aiuterebbe a combattere il cambiamento climatico, ha continuato Mchumo.

Durante la conferenza alcune imprese cinesi hanno condiviso le loro esperienze positive nell'utilizzo del bambù con i delegati di altri paesi, tra i quali Nepal, Cipro, Kenya, Uruguay e i Paesi Bassi.

Il dipartimento forestale cinese lo scorso mese ha annunciato un piano quinquennale mirato ad accrescere del 24.1 percento la superficie ricoperta da foreste e del 57 percento la superficie ricoperta da praterie.

In base a questo piano, le risorse forestali, il volume dei tronchi di tutti gli alberi non abbattuti, indicatore delle variabili legate all'anidride carbonica, raggiungerà 19 miliardi di metri cubici entro il 2025.

Secondo l'organizzazione, ci sono più di 1600 specie di bambù nel mondo, ricoprenti 350 mila kilometri quadrati. Sono necessari tra i tre e i cinque anni perché la pianta di bambù maturi abbastanza per essere utilizzato industrialmente.

Meng Xianlin, direttore del dipartimento per la cooperazione internazionale dell'amministrazione nazionale delle foreste e delle praterie, sostiene che, essendo l'industria del bambù diventata una delle principali forze motrici dello sviluppo rurale cinese, attraverso una profonda cooperazione con altre nazioni, quest'industria potrà portare prosperità a tantissime persone in tutto il mondo. 

(Web editor: Liu Dong, Renato Lu)

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