È fallita di nuovo l'egemonia di Washinton

(CRI Online)martedì 11 ottobre 2022

Giorni fa, l'OPEC+ ha dichiarato di tagliare la produzione di 2 milioni di barili di petrolio al giorno, il che ha causato un caos nella società americana negli ultimi giorni. L'amministrazione di Biden sperava che i principali paesi produttori di petrolio nel Medio Oriente potessero aumentare la produzione per frenare l'aumento del prezzo del petrolio e aiutare gli Stati Uniti a controllare l'inflazione. Ma la realtà è contraria alla sua volontà.

Gli analisti hanno indicato che l'OPEC+ ha deciso di ridurre la produzione per due motivi, uno consiste nel calo del prezzo del petrolio a livello internazionale e delle entrate dei paesi esportatori di petrolio e l'altro, nell'incertezza delle prospettive economiche globali causata dai giochi geopolitici che provocherebbe la diminuzione della domanda di petrolio. La decisione dei paesi esportatori di petrolio è semplicemente basata sui loro interessi economici.

Negli ultimi mesi, i funzionari del governo americano hanno svolto attivamente delle attività all'interno del paese e all'estero, cercando di frenare l'impennata dei prezzi delle energie e controllare l'elevata inflazione prima delle elezioni di midterm. Tuttavia, è probabile che la decisione dell'OPEC+ di tagliare la produzione di petrolio faccia i loro precedenti sforzi andare in fumo, creando guai al Partito Democratico nelle elezioni.

Gli Stati Uniti hanno fatto tutto quello che possono fare, ma i paesi del Golfo non gli hanno trattato sul serio. Non è difficile vedere che questi paesi non vogliono prendere più gli ordini dagli Stati Uniti. La loro determinazione di difendere i propri interessi è molto ferma.

Il sistema di alleanze degli Stati Uniti nel Medio Oriente sta gradualmente crollando e la loro capacità di comandare gli alleati si sta costantemente indebolendo. Gli Stati Uniti devono riconoscere che questi paesi hanno i propri interessi e le specifiche strategie nazionali e non sono paesi dipendenti degli Stati Uniti.

(Web editor: Xiang Shizhen, Renato Lu)

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