Non c'è fine alla frenesia di spionaggio USA se la loro egemonia continua incontrollata

(Quotidiano del Popolo Online)venerdì 21 aprile 2023
Non c'è fine alla frenesia di spionaggio USA se la loro egemonia continua incontrollata
(Vignetta: Global Times/Liu Rui)

Proprio come una piovra avida e malvagia, la comunità dell'intelligence statunitense ha esteso a lungo i suoi tentacoli sulle Nazioni Unite (ONU) attraverso l'intercettazione. La frenesia spionistica di Washington non ha confini.

Le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione agli USA per le notizie secondo cui Washington avrebbe spiato il segretario generale Antonio Guterres e altri alti funzionari delle Nazioni Unite, ha affermato martedì 18 aprile il portavoce dell'ONU Stephane Dujarric.

"Abbiamo chiarito che tali azioni sono incoerenti con gli obblighi degli Stati Uniti elencati nella Carta delle Nazioni Unite e nella Convenzione sui Privilegi e le Immunità delle Nazioni Unite", ha affermato Dujarric.

La BBC ha riferito la scorsa settimana che Washington stava monitorando da vicino Guterres e alcuni documenti riservati trapelati contengono persino conversazioni private del capo delle Nazioni Unite con la sua vice Amina Mohammed. Dujarric ha risposto il 13 aprile che Guterres "non era sorpreso" di essere spiato.

La CNN ha affermato martedì che le Nazioni Unite emettono "rari rimproveri" agli Stati Uniti per i documenti trapelati. Tale "rarità", insieme all'implicita rassegnazione nell'atteggiamento del Segretario Generale delle Nazioni Unite, dimostra un'orribile realtà: lo spionaggio di Washington è diventato così comune che i funzionari delle Nazioni Unite praticamente non possono farci nulla, in particolare a causa della superiorità di Washington nella tecnologia dell'informazione (IT) e teppismo costante guidato dalla sua psicologia egemonica.

Ciò che sicuramente non è raro sono rapporti e documenti che rivelano la sorveglianza dell'ONU da parte degli Stati Uniti. Il Guardian sottolineò in un articolo del 2010 che i diplomatici statunitensi fossero stati incaricati di spiare i leader delle Nazioni Unite, tra cui l'allora segretario generale Ban Ki-moon e i rappresentanti degli altri quattro membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo alcuni documenti riservati trapelati nel 2013, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti aveva intercettato le videoconferenze dei diplomatici delle Nazioni Unite.

I funzionari delle Nazioni Unite hanno condannato alcuni di questi incidenti, ma è evidente che Washington non ha intenzione di fermare il suo spionaggio. L'osservatore militare cinese Wang Qiang ha dichiarato al Global Times che rispetto ai Paesi sovrani, le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite non hanno alcuna sovranità, il che pone le Nazioni Unite in una posizione scomoda rispetto alla sorveglianza statunitense. In questo caso, è poco utile che l'organizzazione presenti reclami.

Nel corso degli anni, Washington ha aumentato le sue intercettazioni per le cosiddette preoccupazioni per la propria sicurezza nazionale. Ai loro occhi, lo spionaggio può essere effettuato indipendentemente dall'oggetto e dall'intenzione fintanto che è nell'interesse delle forze armate statunitensi e della comunità dell'intelligence.

Le agenzie di intelligence statunitensi sono diventate da tempo un cancro per la comunità internazionale. Da un lato, servono l'egemonia statunitense usando l'intelligence per reprimere i cosiddetti avversari e nemici. Dall'altro, utilizzano le informazioni acquisite per ricattare politicamente altri Paesi. Agiscono come una mafia senza confini etici.

Wang ha affermato che fintanto che un Paese cerca una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile, non c'è bisogno di spiare gli altri. Solo qualcuno spregevole come gli Stati Uniti si impegnerà in modi predatori per ottenere informazioni, ha aggiunto.

Attualmente, è tecnicamente difficile impedire agli Stati Uniti di condurre spionaggio. Washington domina ancora senza dubbio il settore IT mondiale: la struttura principale del sistema informativo globale e molti dei prodotti IT più popolari provengono dagli Stati Uniti. Inoltre, gli Stati Uniti hanno preso di mira servizi e prodotti forniti da aziende di altri Paesi, tra cui il colosso tecnologico cinese Huawei, e hanno esortato gli alleati a sostituirli con opzioni "più sicure" che sono, di fatto, strettamente collegate ad essi. Poiché i Paesi di tutto il mondo hanno ampiamente adottato la tecnologia statunitense, come possono sfuggire al destino di essere monitorati da Washington?

Song Zhongping, un esperto militare cinese e commentatore televisivo, ritiene che scegliere apparecchiature e dispositivi non basati sulla tecnologia di base statunitense sia una prima mossa importante per sbarazzarsi delle intercettazioni degli Stati Uniti.

Allo stesso tempo, ha osservato che la comunità internazionale non dovrebbe permettere che l'impero della sorveglianza degli Stati Uniti resti incontrollato. Deve invece alzare una voce unificata per resistere a tale comportamento egemonico di Washington.

"Se i Paesi si comportano in modo indifferente nei confronti dello spionaggio degli Stati Uniti, come fanno alcuni, diventeranno inevitabilmente pedine e complici degli Stati Uniti", ha affermato Song.

Tuttavia, la radice di questo problema risiede nell'egemonia statunitense. E l'unico momento in cui saremo liberi dalla sorveglianza statunitense sarà quando il sistema egemonico del Paese crollerà completamente. Ma Washington è così abituata ad agire come un egemone spudorato che cambiarne la mentalità e il comportamento è quasi impossibile. Se vogliamo uccidere la piovra spia di Washington, sono necessarie ulteriori azioni per schiacciare l'egemonia statunitense.

(Web editor: Liu Dong, Renato Lu)

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