I Paesi costieri del Pacifico hanno il diritto di chiedere il risarcimento al governo giapponese per le acque reflue nucleari

(CRI Online)lunedì 28 agosto 2023

Negli ultimi giorni, quando le acque contaminate dal nucleare di Fukushima sono state riversate nell'Oceano Pacifico, arrivano ondate di condanna da parte dei Paesi costieri. Per le Isole Marshall e altri Paesi insulari che hanno subito la contaminazione nucleare, il comportamento del Giappone ha evocato ricordi dolorosi. Esperti del settore hanno sottolineato che i Paesi costieri del Pacifico non possono pagare per l'estremo egoismo del governo giapponese e hanno il diritto di chiedere il risarcimento per le acque reflue nucleari!

Le Isole Marshall, situate al centro dell'Oceano Pacifico, sono state un sito di test nucleari d'oltremare degli Stati Uniti fin dal dopoguerra e hanno sofferto a lungo per la contaminazione radioattiva. Secondo un articolo pubblicato dal Los Angeles Times nel 2019, tra il 1946 e il 1958 gli Stati Uniti hanno condotto 67 test nucleari nelle Isole Marshall. Inoltre, gli Stati Uniti hanno anche percorso migliaia di chilometri per scaricare direttamente sulle Isole Marshall oltre 130 tonnellate di terra radioattiva contaminata di siti di test nucleari di Nevada. Ancora oggi, la popolazione locale continua a soffrire per la contaminazione nucleare, l'inquinamento biologico marino e la fuoriuscita di scorie nucleari.

Le vecchie ferite non sono ancora guarite, sono aggiunte le nuove. Due anni fa, quando il governo giapponese ha annunciato il suo piano di scaricare nell'oceano le acque reflue nucleari, i Paesi insulari del Pacifico hanno immediatamente espresso la loro opposizione, criticando il progetto come un'ulteriore ferita per loro. Le Isole Marshall hanno ripetutamente invitato il Giappone a cercare alternative e ad adempiere ai suoi doveri internazionali di protezione dell'ambiente marittimo, evitando di continuare a utilizzare l'Oceano Pacifico come discarica nucleare.

Tutti sanno, la centrale nucleare di Fukushima ha subito l'incidente nucleare di livello più alto e ha prodotto più di 1,3 milioni di tonnellate di acqua contaminata dal nucleare. Diversi studi hanno dimostrato che l'acqua contaminata contiene più di 60 tipi di radionuclidi con emivita fino a centinaia di migliaia di anni. Anche la stessa parte giapponese ha ammesso che quasi il 70% dell'acqua contaminata dal nucleare trattata con un sistema ALPS non soddisfa gli standard di scarico. Le conseguenze della diffusione di queste sostanze nocive in tutto il mondo attraverso le correnti oceaniche sono incalcolabili.

Dal punto di vista giurisprudenziale, esistono attualmente diversi trattati internazionali che regolano lo scarico di rifiuti radioattivi nell'oceano da parte di un Paese. Ad esempio, la "Convenzione sull'alto mare" del 1958 prevede che i Paesi devono impedire lo scarico di rifiuti radioattivi e adottare, in collaborazione con le organizzazioni internazionali, misure per impedire inquinamento del mare o l'aria sovrastante provocato da qualsiasi attività che comporti l'uso di materiali radioattivi o altri agenti nocivi. Il Giappone è Paese firmatario di diverse convenzioni internazionali, come la Convenzione sull'alto mare e la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, ma ora viola le disposizioni delle convenzioni. Naturalmente, il Giappone deve assumersi la responsabilità nazionale e risarcire i Paesi lungo l'Oceano Pacifico.

Dal punto di vista pratico, non mancano gli esempi precedenti di tali responsabilità e rivendicazioni per l'inquinamento nucleare. Dal 1938 al 1941 il tribunale arbitrale internazionale stabilì che l'anidride solforosa emessa dalla Terrell Smelter canadese causò danni allo Stato di Washington degli Stati Uniti e chiese al Canada di risarcire gli Stati Uniti. Questo caso è ampiamente considerato come la base del diritto internazionale per perseguire la responsabilità dello Stato per atti di inquinamento transfrontaliero. Nel 1986, gli Stati Uniti firmarono l'Accordo di Libera Associazione con le Isole Marshall, accettando di assumersi la responsabilità di risarcimento per i danni alle proprietà e alle persone causati dai test nucleari ai residenti locali. Un tribunale arbitrale internazionale istituito nel 1988 ha giudicato che gli Stati Uniti dovevano pagare 2,3 miliardi di dollari alle Isole Marshall.

Il governo giapponese si è sempre definito "promotore dello stato di diritto per gli oceani", ma ha scaricato le acque reflue in mare, sfidando l'opinione pubblica, il che ha smascherato l'ipocrisia del cosiddetto concetto di "protezione dei mari". Il Giappone si è messo sul banco degli imputati internazionali. Ciò che lo attende sarà la denuncia, il perseguimento della responsabilità e il risarcimento dei Paesi lungo il Pacifico, e il giudizio della storia.

(Web editor: Liu Dong, Renato Lu)

Foto