Visita in Cina del Ministro degli Esteri italiano: volontà di rafforzare i legami, nonostante la retorica occidentale del "disaccoppiamento"

(Quotidiano del Popolo Online)martedì 05 settembre 2023

L'Italia attribuisce grande importanza al mantenimento di relazioni stabili con la Cina nonostante la retorica occidentale di "disaccoppiamento" o "riduzione del rischio", afferma il Global Times, commentando la visita ufficiale in Cina del Ministro degli Esteri italiano.

Non ci sarà alcun "massiccio riavvolgimento" dell'internazionalizzazione del commercio e degli investimenti, ha affermato un alto rappresentante del commercio italiano alla Fiera internazionale cinese per il commercio dei servizi (CIFTIS) nello scorso fine settimana a Beijing. L'Italia ha inviato all'evento una delle delegazioni più numerose.

Commentando la retorica del "decoupling", Gianpaolo Bruno, direttore dell'Istituto per il Commercio Estero (ICE) italiano di Beijng, ha dichiarato in un'intervista esclusiva al Global Times di sabato 2 settembre che non pensa che "causerà il cambiamento enorme" di cui la gente legge sui giornali.

"Le aziende a volte scelgono di non rispondere alle questioni geopolitiche. Vogliono impegnarsi nel mantenimento delle relazioni commerciali. Non si fermeranno."

Lo ha affermato nel contesto della visita di tre giorni del vicepresidente del Consiglio dei Ministri italiano e Ministro degli Esteri Antonio Tajani in Cina, prevista dal 3 al 5 settembre.

Nel corso della visita, Tajani e Wang Yi, membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del PCC e Ministro degli Esteri cinese, parteciperanno all'XI Riunione Congiunta del Comitato Governativo Cina-Italia.

"Contiamo sulla Cina come un mercato e una controparte economica importante. Speriamo quindi con questa missione di poter gettare le basi per l'ulteriore sviluppo delle nostre brillanti relazioni", ha affermato Bruno, sottolineando che l'anno prossimo ricorrerà il 20° anniversario della fondazione del partenariato strategico globale Cina-Italia.

Negli ultimi cinque anni, il commercio bilaterale è aumentato del 42%, raggiungendo quasi gli 80 miliardi di dollari l'anno scorso. L'Italia è stata ospite d'onore alla China International Import Expo e all'Hainan Expo.

Gli esperti hanno affermato che le relazioni economiche e commerciali tra Cina e Italia sono state relativamente stabili tra le nazioni del G7 nonostante i problemi economici globali, con entrambe le parti consapevoli che il "disaccoppiamento" economico con la Cina non è fattibile.

"La decisione del ministro degli Esteri italiano di visitare la Cina sottolinea il suo impegno nel rafforzare i legami economici e commerciali con la Cina", ha detto domenica al Global Times Zhang Jianping, direttore del Centro per l'Economia Regionale presso l'Accademia Cinese per il Commercio Internazionale e la Cooperazione Economica.

L'influenza dell'Italia nella produzione automobilistica, soprattutto nei segmenti di fascia medio-alta, ha un certo peso in Cina. L'Italia ha anche un notevole potenziale di crescita del mercato in Cina per i suoi macchinari e attrezzature, oltre che servizi, beni di lusso e prodotti agricoli.

Mentre viene discussa la cooperazione nell'ambito del partenariato strategico globale, la discussione più importante della visita del funzionario italiano riguarda la mossa successiva del Paese per quanto riguarda la Belt and Road Initiative (BRI), che l'Italia sta pensando di abbandonare.

"La BRI è sicuramente un argomento di discussione inevitabile durante la visita del ministro degli Esteri italiano... penso che la parte cinese discuterà della cooperazione Belt and Road con la parte italiana, ma se l'Italia sia ricettiva e se cambi direzione riguardo l'iniziativa sarà determinato dalle comunicazioni future tra le due parti", ha detto al Global Times Cui Hongjian, direttore del Dipartimento di studi europei presso il China Institute of International Studies.

"Inoltre, l'Italia è stata sicuramente influenzata dagli Stati Uniti... ma i fattori esterni agiscono attraverso fattori interni", ha detto Cui, indicando che ci sono anche questioni interne all'Italia, incluso il fatto che dopo che il nuovo governo è salito al potere, la sua politica verso la Cina è diventata sempre più conservatrice, in netto contrasto con il governo Conte.

Gli esperti hanno affermato che se l'Italia decidesse di non rinnovare l'accordo BRI, questa potrebbe rischiare di perdere opportunità di partecipare ad alcuni progetti nell'ambito della Belt and Road. "Ad esempio, la futura cooperazione tra le due parti per ottimizzare ulteriormente il contesto politico potrebbe finire", ha osservato Cui.

Rifiutandosi di commentare il rinnovo della cooperazione BRI, Bruno si è detto sicuro che il governo [italiano] si prenderà cura nel miglior modo possibile di non rovinare il rapporto con la Cina. "Ci sarà un approccio equilibrato. E speriamo che i nostri governi prendano le decisioni giuste per il bene dei nostri popoli".

(Web editor: Liu Dong, Renato Lu)

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