Dieci anni di "Belt and Road", intervista con il segretario generale del Partito Comunista Italiano Mauro Alboresi

(CRI Online)mercoledì 18 ottobre 2023

Lavorare per realizzare una governance globale comune che valorizzi le somiglianze piuttosto che le differenze, che sostenga la pace e la cooperazione. L'obbiettivo di "una umanità dal futuro condiviso" sul quale la Cina insiste da tempo e che è insito nella "Belt and Road Initiative".

Segretario, negli ultimi dieci anni più di 150 Paesi e 30 organizzazioni hanno firmato un documento di cooperazione con la Cina sulla costruzione congiunta dell'iniziativa Belt & Road, e oggi la Belt & Road è già la più popolare realtà di cooperazione internazionale e la più grande piattaforma di cooperazione al mondo. Lei come valuta questa Iniziativa? E qual è il significato della cooperazione BRI per il mondo?

Non vi è dubbio che la "Belt and Road" nel corso di questo decennio è andata affermandosi come la più popolare realtà di cooperazione internazionale, come la più grande piattaforma di cooperazione al mondo.

La nostra opinione sul tema non è cambiata, continuiamo a ritenere la "Belt and Road" una questione di assoluto rilievo, e ciò non soltanto per il fatto che essa coinvolge 150 Paesi e che nel tempo sono stati sottoscritti tanti accordi in merito.

Essa, infatti, non è semplicemente la dimostrazione dell'ascesa della Cina nello scenario del governo globale, dei cambiamenti intervenuti a tale livello, quanto di quelli che per quella via si prospettano.

Abbiamo insistito ed insistiamo affinché l'attenzione sia posta al loro carattere.

Siamo di fronte ad un approccio inclusivo, a conferma della scelta cinese di operare in direzione di un processo di governo globale condiviso, che valorizza le affinità piuttosto che le differenze, che propugna pace e cooperazione, che guarda all'interesse comune.

Siamo di fronte alla ridefinizione di una vasta area geografica che si prospetta essere sempre più interconnessa, proiettata verso nuovi livelli di sviluppo materiale, nuovi scambi di carattere scientifico e culturale.

Ciò, del resto, è quanto serve all'umanità per rispondere alle grandi sfide che si trova davanti, che riguardano il suo futuro.

Per la Belt & Road, i suoi principi di "discussione congiunta, costruzione congiunta e condivisione congiunta" rappresentano la chiave dell'iniziativa, ed è in linea al concetto della comunità umana dal futuro condiviso. Dal punto di vista di una Via felice verso la prosperità globale, Lei come vede i principi della Belt & Road?

Che la Belt and Road, in diversi Paesi occidentali, non abbia avuto il meritato riconoscimento, è un dato di fatto. Non credo che ciò sia dipeso da fraintendimenti, dalla non comprensione della sua portata, del suo valore, peraltro ampiamente sottolineato nel tempo dal sistema mass mediatico degli stessi.

Ciò non spiegherebbe perché in una prima fase, un Paese come l'Italia, ha sottoscritto uno specifico memorandum, sottolineando il significato e la portata della "Belt and Road Initiative", per poi giungere nelle settimane scorse, a fronte dell'affermazione di un diverso governo, a dichiararlo superato, a ritirarsi da tale progetto definendolo economicamente non conveniente.

La realtà è che siamo di fronte ad una fase fortemente condizionata dai processi politici in atto, nella quale prevalgono altre considerazioni, soprattutto di carattere geopolitico.

Esse sono da ricondursi al consolidarsi del patto euro atlantico a guida statunitense, a ciò che esso porta con sé, a partire da una crescente critica nei confronti della Cina, definita un avversario sistemico.

In altre parole siamo di fronte ad una "chiamata a schierarsi senza se e senza ma" alla quale in tanti in Occidente stanno rispondendo positivamente.

Ciò non può non rammaricare, non essere motivo di crescente preoccupazione.

L'iniziativa incoraggia conoscenza e comprensione reciproche tra il popolo cinese e quello italiano o europeo?

La "Belt and Road" è oggettivamente un'iniziativa che incoraggia e favorisce la conoscenza e la comprensione tra i diversi popoli, tra quello cinese e quello europeo, tra diverse storie e culture millenarie.

È un dato di fatto che di ciò vi è assolutamente bisogno, anche e soprattutto in una fase come l'attuale, segnata da rilevanti tensioni che, come la storia insegna, sono spesso il frutto della diffidenza, largamente derivante dalla non conoscenza reciproca.

Quali sono le sue aspettative o le sue proposte per lo sviluppo futuro dell'Iniziativa Belt and Road?

La speranza è che si affermi l'obbiettivo di °una umanità dal futuro condiviso° sul quale la Cina insiste da tempo e che è insito nella °Belt and Road Initiative°.

Credo necessario insistere per farne comprendere sempre più e meglio il senso e la portata, ed in tale direzione noi, il PCI, ci sentiamo impegnati.

(Web editor: Liang Xinyue, Renato Lu)

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