Blocco tecnologico degli Stati Uniti sulla Cina controproducente e autodistruttivo

(Quotidiano del Popolo Online)mercoledì 30 ottobre 2024
Blocco tecnologico degli Stati Uniti sulla Cina controproducente e autodistruttivo
Visitatori scattano foto allo stand di Intel durante la Fiera Internazionale Cinese per il Commercio dei Servizi (CIFTIS) del 2023 presso il China National Convention Center di Beijing, capitale della Cina. (4 settembre 2023 - Xinhua/Li Xin)

L'ultima mossa degli Stati Uniti per frenare gli investimenti in high-tech della Cina gli si ritorcerà contro, bloccando la loro stessa crescita e mettendo a repentaglio la fragile ripresa dell'economia globale.

Lunedì 28 ottobre il governo degli Stati Uniti ha annunciato nuove normative che limitano gli investimenti nei settori dei semiconduttori, dell'intelligenza artificiale e della tecnologia quantistica in Cina, in vigore da gennaio del prossimo anno.

Questa mossa ha coinciso con l'annuncio di lunedì da parte del gigante statunitense dei semiconduttori Intel di un piano di espansione da 300 milioni di dollari della sua base nella Cina sud-occidentale, dimostrando ancora una volta come le politiche di Washington siano in contraddizione con il giudizio, le scelte e gli interessi delle aziende americane.

Per i giganti della tecnologia statunitense come Intel, Apple, Tesla, Nvidia e Qualcomm, la Cina rappresenta un mercato indispensabile con un potenziale significativo per generare profitti, che possono, a loro volta, alimentare la loro vasta ricerca e sviluppo.

Tuttavia, queste normative restrittive rischiano di paralizzare le aziende tecnologiche statunitensi in un mercato in forte crescita e guidato dalla tecnologia, ponendole in una posizione di svantaggio competitivo a livello globale.

Il mercato globale dei semiconduttori è attualmente in una ripresa duramente conquistata, guidata in gran parte dalle forti prestazioni della Cina.

Secondo gli ultimi dati della U.S. Semiconductor Industry Association, le vendite di semiconduttori in Cina sono aumentate del 19,2 percento rispetto allo scorso anno ad agosto, in contrasto con la modesta crescita del 2 percento del Giappone e il calo del 9 percento dell'Europa nello stesso periodo.

I decisori politici sia negli Stati Uniti che in Cina sono ansiosi di una rivoluzione tecnologica per alimentare una crescita economica sostenuta. Tuttavia, l'isolamento dalla seconda economia più grande del mondo avrà un impatto pesante sulle aziende tecnologiche statunitensi che sono in prima linea in tale rivoluzione.

Inoltre, questo approccio contraddice nettamente i principi dell'economia di mercato e della concorrenza leale, andando contro le rassicurazioni del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden che la sua amministrazione non stia spingendo per un programma di "disaccoppiamento" dalla Cina.

L'ansia degli Stati Uniti per la perdita del loro vantaggio tecnologico è comprensibile. Tuttavia, oscurare le luci degli altri non migliorerà la propria posizione. Allo stesso modo, considerare la Cina come un "rivale strategico" e usare il commercio e gli investimenti come un'arma per promuovere un programma politicamente carico e ideologicamente distorto porterà a uno scenario senza vincitori.

Lo spirito imprenditoriale che un tempo ha spinto gli Stati Uniti verso la grandezza è cruciale anche per il futuro successo del Paese. Sarebbe consigliabile che il governo degli Stati Uniti ascoltasse le voci delle aziende piuttosto che porre ostacoli sul loro cammino.

(Web editor: Zhou Chaoyue, Renato Lu)

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