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Cosa guida la tendenza alla dedollarizzazione?
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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente minacciato tariffe del 100 percento sulle nazioni BRICS se "si allontanassero" dal dollaro statunitense.
Tali minacce sono emblematiche della profonda ansia americana per il calo della fiducia globale nel sistema finanziario mondiale basato sul dollaro, nonché della riluttanza di Washington ad adattarsi al mutevole ordine globale e del suo tentativo di mantenere il predominio attraverso mezzi coercitivi.
Per decenni, il dollaro ha concesso a Washington vantaggi senza pari, dai minori costi di prestito alla leva per influenzare altri Paesi attraverso le istituzioni Bretton Woods come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Tuttavia, la tendenza sta cambiando poiché le nazioni, in particolare nel Sud del mondo, mettono sempre più in discussione l'equità e la sostenibilità di un sistema dominato dal dollaro.
La polarizzazione politica e la ricorrente politica del rischio calcolato sul tetto del debito federale hanno gettato seri dubbi sulla stabilità della governance americana. Dalla seconda guerra mondiale, Washington ha aumentato il suo tetto del debito oltre 100 volte, un segnale lampante di cattiva gestione fiscale che destabilizza i mercati globali.
Ciò è una notizia terribile per un'economia mondiale che sta ancora lottando per riprendersi, perché il problema cronico del debito degli Stati Uniti crea enormi incertezze nel mercato globale.
Come notato da un articolo di opinione di Bloomberg, "l'influenza dell'America sull'economia mondiale è erosa da ferite politiche autoinflitte, con una pericolosa situazione di stallo sul tetto del debito che impone un rinnovato controllo sullo status preminente del dollaro nel commercio e nella finanza globali".
Ad aggiungere all'erosione della fiducia c'è l'uso sconsiderato di sanzioni economiche da parte di Washington. Usando come arma il dollaro, così come il sistema finanziario globale basato sul dollaro, Washington ha spinto i Paesi a diversificare le proprie riserve.
La prepotenza di Washington ha già scatenato una reazione globale, con molte nazioni che si sforzano di costruire sistemi finanziari immuni all'interferenza degli Stati Uniti. Sempre più Paesi stanno cercando alternative allo SWIFT, stabilendo linee di swap valutari bilaterali attraverso le quali possono bypassare il dollaro per transazioni dirette tra le proprie valute.
Anziché impegnarsi in un dialogo significativo e sistemare un sistema imperfetto, Washington ha risposto con minacce e intimidazioni come ha fatto in altri settori come il commercio e l'alta tecnologia. In effetti, la palese minaccia di Trump al Sud del mondo non farebbe altro che far sì che più Paesi si rendano conto dei rischi di esercitare la loro legittima sovranità economica in un sistema finanziario globale basato sul dollaro sempre più instabile.
Con la multipolarità come onda del futuro mondiale, gli Stati Uniti dovrebbero scegliere di lavorare con altri Paesi per migliorare il sistema finanziario globale, piuttosto che perseguire i propri interessi personali a spese degli altri.
Alla fine, è Washington stessa la responsabile del declino della credibilità del dollaro.
people.cn © People's Daily Online