Nuovi musei esplorano l'unità tra etnie dello Xinjiang e le antiche radici cinesi

(Quotidiano del Popolo Online)lunedì 19 maggio 2025
Nuovi musei esplorano l'unità tra etnie dello Xinjiang e le antiche radici cinesi
Rovine del tempio buddista di Subax nella città di Kuqa, nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, nella Cina nord-occidentale. (22 marzo 2021 - Xinhua/Su Chuanyi)

La Cina ha inaugurato domenica 18 maggio due nuovi musei nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, nella parte nord-occidentale del Paese, esponendo reperti che mettono in luce la ricca storia della regione come centro di integrazione etnica e scambio culturale, nonché la diversità della civiltà cinese.

Uno dei due musei, il Museo del Comando di Frontiera delle Regioni Occidentali nella contea di Luntai, sorge sul sito di un protettorato della dinastia Han Occidentale (202 a.C.-8 d.C.), istituito nel 60 a.C. per governare l'area dello Xinjiang, che segnò l'annessione ufficiale dell'area al territorio cinese.

Con una superficie espositiva di 5.120 metri quadrati e gallerie suddivise in cinque sezioni, il museo presenta oltre 460 reperti (alcuni raggruppati in serie), tra cui ceramiche, oggetti in bronzo e ferro e frammenti di seta. Si avvale di mostre immersive, come ricostruzioni multimediali di scene antiche, per illustrare come le autorità imperiali cinesi governarono lo Xinjiang e promossero gli scambi culturali per oltre due millenni.

Nel 2018, con l'approvazione dell'Amministrazione Nazionale del Patrimonio Culturale, un team archeologico congiunto della Facoltà di Archeologia e Museologia dell'Università di Beijing e dell'Istituto di Reperti Culturali e Archeologia dello Xinjiang ha avviato gli scavi nel sito di Zorkut a Luntai.

Il professor Chen Ling dell'Università di Beijing ha spiegato che la particolare struttura a tripla cinta muraria delle rovine dell'antica città di Zorkut, insieme alla scoperta di materiali da costruzione nello stile della dinastia Han e di preziosi manufatti, ha fornito prove chiave del fatto che fosse la sede del Comando di Frontiera delle Regioni Occidentali.

Attraverso le ultime scoperte archeologiche e i manufatti rinvenuti, il museo rivela come l'area dello Xinjiang si sia evoluta sotto i successivi governi centrali, in un contesto di durature interazioni, scambi culturali e integrazione tra i gruppi etnici della zona, ha affermato Chen Ying, responsabile dell'ufficio del patrimonio culturale della Prefettura Autonoma Mongola di Bayingolin, dove si trova Luntai.

Sempre domenica, Luntai ha inaugurato il parco archeologico dell'antica città di Zorkut, creando un'esperienza culturale integrata che consente ai visitatori di esplorare sia i tesori del museo sia le rovine vere e proprie.

Nella città di Kuqa, circa 100 chilometri a ovest di Luntai, il Museo Qiuci, di recente costruzione, ha aperto al pubblico lo stesso giorno, ospitando 700 reperti culturali (alcuni raggruppati in serie), tra cui 96 rientrano nel sistema di protezione del patrimonio culturale cinese a tre livelli, tra cui una scultura in pietra raffigurante un Buddha della dinastia Tang (618-907), manoscritti Qiuci, un velo d'argento con perline di corallo e una scultura in argilla dipinta.

Il museo, che prende il nome dall'antico regno di Kucha ("Qiuci" è la sua forma pinyin cinese), ospita gallerie che esplorano l'eredità di Kucha attraverso la sua storia, lo sviluppo urbano e le esposizioni d'arte buddista, oltre a mostre speciali a rotazione.

L'antica regione di Kucha, incentrata sull'attuale città di Kuqa, si estendeva dalle propaggini centro-meridionali dei Monti Tianshan al margine settentrionale del Bacino del Tarim. Fin dalla dinastia Han (202 a.C.-220 d.C.), questo crocevia strategico ha svolto sia la funzione di fulcro militare-amministrativo per il governo cinese nelle regioni occidentali, sia di crogiolo culturale in cui le civiltà orientali e occidentali si sono incontrate, secondo Feng Wei, vice curatore del museo.

La regione conserva lo straordinario patrimonio culturale che incarna i duraturi legami storici tra le regioni occidentali e le aree della pianura centrale, un tempo cuore dell'antica Cina, ha osservato Feng.

Le statistiche del dipartimento regionale per la cultura e il turismo mostrano che i 150 musei registrati dello Xinjiang hanno ricevuto oltre 13 milioni di visite nel 2024, 3,5 milioni delle quali da parte di giovani.

(Web editor: Yang Luyuan, Renato Lu)

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