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Pressione e coercizione non sono il modo corretto per interagire con la Cina
Il 3 giugno, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha presieduto una conferenza stampa ordinaria. Un giornalista del China Media Group (CMG) ha richiesto un commento sulle recenti affermazioni degli Stati Uniti secondo cui la Cina avrebbe violato gli accordi raggiunti duranti i colloqui economici e commerciali sino-statunitensi a Ginevra, adottando una serie di misure negative.
Lin Jian ha precisato che il portavoce del Ministero del Commercio aveva già espresso in precedenza la posizione ferma della Cina sulla questione. L'intesa di Ginevra è stata raggiunta tra Cina e Stati Uniti sulla base di principi di rispetto reciproco e consultazioni paritarie.
Prive di qualsiasi base fattuale, le diffamazioni e le accuse infondate statunitensi si accompagnano a misure estremamente restrittive quali controlli sulle esportazioni di chip verso la Cina, blocco delle vendite di software usati per la progettazione dei chip (EDA) e revoca dei visti per studenti cinesi. Queste azioni violano gravemente il consenso di Ginevra, ledendo i diritti e gli interessi legittimi cinesi. La Cina respinge categoricamente questi comportamenti e ha già presentato formale protesta.
Lin Jian ha sottolineato che pressioni e coercizioni non costituiscono modalità appropriate per interagire con la Cina. "Invitiamo gli Stati Uniti a rispettare i fatti, interrompere la diffusione di false informazioni, correggere i propri errori e onorare concretamente gli accordi bilaterali raggiunti", ha concluso il portavoce.
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