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Rosanna Binacchi: la cultura è l'ingrediente chiave per costruire cooperazione
Ogni anno, milioni di turisti si recano a Roma per scoprire il ricco patrimonio culturale italiano. Al Museo delle Civiltà, abbiamo incontrato Rosanna Binacchi, già dirigente del Ministero della Cultura italiano e ora docente di Diplomazia Culturale presso il Master in Diplomazia Culturale e Pubblica per le Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
I musei sono fondamentali per la cooperazione internazionale", spiega Binacchi. "Curano mostre che mettono in mostra l'arte e il patrimonio di diverse civiltà, coinvolgono il pubblico e promuovono il dialogo e la ricerca". Crede che visitando i musei, le persone possano entrare in empatia con le culture che incontrano. Citando il famoso scrittore e filosofo italiano Umberto Eco, aggiunge che le persone si fanno la guerra perché non si conoscono; ma una volta conosciutesi, si combinano, colmano le reciproche conoscenze, uniscono gli sforzi per trovare soluzioni.
Il legame di Binacchi con la Cina è iniziato oltre 20 anni fa, quando accompagnò una delegazione di esperti museali provenienti da Beijing a visitare i principali monumenti culturali e musei italiani in città come Venezia, Milano, Torino e Napoli. Quella visita diede il via a una collaborazione di lunga data con il China Millennium Monument, sede del Beijing World Art Museum. Insieme, organizzarono una serie di mostre sull'arte italiana, tracciando un percorso cronologico dal Rinascimento al design contemporaneo.
La prima mostra era sul Rinascimento, "Specchio del Tempo". "Il Rinascimento è ben conosciuto in tutto il mondo. È un'epoca di produzione tipicamente italiana. I protagonisti principali, come noto, sono Leonardo, Michelangelo, Botticelli", osserva Binacchi.
Il progetto si basava su una collaborazione con le Gallerie degli Uffizi di Firenze, che ha permesso, tra le altre cose, il prestito e l'esposizione di capolavori come la statua marmorea del David di Apollo di Michelangelo, nonché alcuni disegni originali di Leonardo da Vinci.
In Italia si sono tenute diverse importanti mostre di arte cinese, che spaziavano dall'antica Cina, dalla dinastia Tang, alle porcellane del Museo di Shanghai. "È stato davvero magnifico e molto importante", ricorda Binacchi. Uno dei progetti più innovativi è stata una mostra congiunta che metteva a confronto l'impero romano e quello cinese, evidenziandone sia le intersezioni che le differenze.
Questi sforzi sono culminati in un accordo ufficiale tra le autorità culturali italiane e cinesi, incentrato sulla cooperazione, la conservazione e la lotta al traffico illecito di beni culturali. Un altro accordo tra il Museo Nazionale della Cina e il Museo Nazionale di Palazzo Venezia ha permesso ulteriori mostre reciproche. Per Binacchi, la chiave di questo successo risiede in due parole: "impegno duraturo". È orgogliosa dei costanti sforzi a livello statale compiuti da entrambi i Paesi per costruire ponti culturali significativi.
Rosanna Binacchi (Foto/Patrick Shead-Simmonds)
Oggi, come accademica nel campo della diplomazia culturale, Binacchi mette la sua competenza professionale al servizio dell'insegnamento. Accompagna regolarmente i suoi studenti a musei, teatri dell'opera e incontri con artisti, direttori artistici e diplomatici. Più di recente, ha guidato una visita all'Ambasciata cinese a Roma, dove gli studenti hanno incontrato il consulente culturale dell'ambasciatore cinese. "È stato davvero molto interessante per gli studenti, vedere e conoscere le persone impegnate nella pratica della diplomazia culturale", afferma.
Per Binacchi, la diplomazia culturale svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione reciproca in un contesto di sfide globali. "La cultura è un ingrediente chiave per costruire la cooperazione fra culture, civiltà e Paesi", conclude. "È l'unico strumento che ci permette di umanizzare le nostre relazioni, sviluppare empatia e colmare le divisioni".
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