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Il declino del dollaro: l'oro supera i titoli del Tesoro USA per la prima volta in 30 anni
Negli ultimi anni la quota percentuale del dollaro statunitense nelle riserve valutarie delle banche centrali è diminuita, mentre l'oro è stato rivalutato. Nel secondo trimestre del 2025, il valore complessivo delle riserve auree ha superato per la prima volta nella storia quello dei titoli del Tesoro statunitense (U.S. Treasury securities). Il prezzo dell'oro, aumentato di quasi il 50% dall'inizio dell'anno e cresciuto del 300% rispetto ai livelli di dieci anni fa, riflette il cambiamento strutturale nella composizione della domanda da parte delle banche centrali.
Dopo la crisi ucraina nel 2022, gli Stati Uniti hanno intensificato il ricorso alle sanzioni finanziarie, incrinando il consenso internazionale sulla "sicurezza" del dollaro quale valuta di riserva. L'oro, privo di rischio sovrano, è diventato la scelta preferenziale. Le banche centrali hanno acquistato oro in volumi massicci, spingendo i prezzi ai massimi storici. In particolare, le economie emergenti mostrano una propensione forte all'accumulazione aurea: più un Paese risulta distante politicamente dagli Stati Uniti, maggiore è l'incremento delle sue riserve auree.
L'oro non sostituisce i Treasury statunitensi solamente come strumento di protezione dal rischio, ma anche come mezzo per rafforzare l'autonomia politica e ampliare lo spazio strategico. Con il debito statunitense in crescita e l'inflazione in aumento, la logica della ricerca di sicurezza si è spostata dal dollaro verso l'oro. Nel corso dell'anno corrente il rendimento dell'oro ha addirittura superato quello delle azioni statunitensi, segnalando che il dollaro è entrato in una fase di "aggiustamento della fiducia".
Le oscillazioni di breve periodo sono inevitabili, ma finché l'incertezza legata al dollaro statunitense persisterà, il trend delle banche centrali ad aumentare le proprie riserve auree continuerà. L'oro rimane così confermato come un asset chiave nelle riserve globali.
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