Il viaggio dei gusci d'ostrica dall'Africa orientale alla Cina

(Quotidiano del Popolo Online)lunedì 22 gennaio 2024
Il viaggio dei gusci d'ostrica dall'Africa orientale alla Cina
Xunpu, a nord del porto di Quanzhou, fu uno dei punti di partenza dell'antica Via della Seta Marittima. (Chen Jingcong/Foto per gentile concessione del Comitato di vicinato della comunità di Xunpu)

Durante le dinastie Song e Yuan, i comodi trasporti marittimi e il prospero commercio estero del porto di Quanzhou, allora noto come porto di Citong, lo resero il "più grande porto d'Oriente", e la "Città della Luce" negli scritti di Marco Polo.

Con l'aumento del commercio marittimo, un gran numero di navi mercantili cinesi trasportanti seta e porcellana salpavano dal villaggio di Xunpu, sulla sponda settentrionale del porto di Quanzhou, e viaggiavano lungo l'Oceano Indiano verso i Paesi costieri dell'Asia meridionale, dell'Arabia e dell'Africa orientale.

Passeggiando per il villaggio si possono vedere le case tradizionali, costruite con gusci di ostriche mescolati a fango marino. Sebbene fin dall'antichità il villaggio di Xunpu abbia vissuto di pesca, i gusci utilizzati nella Oyster Shell House sono più grandi di quelli originariamente prodotti a Xunpu e non sono locali, ma provengono dalla costa orientale dell'Africa.

Quando una nave mercantile cinese ritornava dopo aver scaricato le merci, se vuota, aveva un centro di gravità instabile, che ne comprometteva la navigazione. Così l'equipaggio raccoglieva gusci di ostriche sparsi sulle rive e li utilizzava come zavorra. Questi gusci di ostriche che arrivavano a Xunpu con le navi, venivano incastonati all'esterno delle mura delle case dai residenti locali per la loro alta resistenza alla corrosione, diventando una forma architettonica unica lungo la costa sud-orientale cinese.

Nel 2022, le tecniche di costruzione delle case con conchiglie di ostriche di Quanzhou sono state incluse nel settimo lotto di progetti rappresentativi del patrimonio culturale immateriale provinciale del Fujian.

(Web editor: Feng Yuxin, Renato Lu)

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