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Paesi europei chiedono moderazione di fronte all'escalation del conflitto in Medio Oriente (3)
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Le forze di sicurezza e soccorso israeliane lavorano sul sito di un attacco missilistico iraniano a Tel Aviv. (22 giugno 2025 - Tomer Neuberg/JINI tramite Xinhua) |
I leader europei hanno espresso profonda preoccupazione per l'escalation del conflitto in Medio Oriente, a seguito di una serie di attacchi militari che hanno intensificato i timori di una guerra regionale più ampia.
Il Primo Ministro croato Andrej Plenkovic, in una dichiarazione rilasciata lunedì 23 giugno, ha affermato che il governo croato sta "monitorando la situazione con grande preoccupazione", in particolare gli scontri diretti tra Israele e Iran.
Ha avvertito che un'ulteriore escalation potrebbe portare a una serie di conseguenze, tra cui l'aumento dei prezzi dell'energia, l'aumento delle migrazioni e la minaccia di attacchi terroristici.
"La nostra posizione è chiara: l'escalation deve essere evitata", si legge nella dichiarazione. "Il governo croato chiede moderazione, allentamento delle tensioni e una de-escalation del conflitto".
Anche il Presidente serbo Aleksandar Vučić ha criticato la recente azione militare statunitense nella regione, definendo l'attacco contro l'Iran una violazione del diritto internazionale.
"Non c'è dubbio che gli Stati Uniti abbiano violato il diritto pubblico internazionale", ha dichiarato Vučić in una conferenza stampa al termine di una riunione dello Stato Maggiore.
Tracciando parallelismi con i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia del 1999, ha sottolineato la necessità del rispetto della Carta delle Nazioni Unite e delle norme internazionali. Vučić ha inoltre lamentato l'occasione mancata per la diplomazia tra Iran e Israele.
In Italia, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è rivolta alla Camera dei Deputati in vista dell'imminente riunione del Consiglio dell'Unione Europea, sollecitando un rinnovato impegno diplomatico.
"Solo un'azione diplomatica coordinata può garantire la pace nella regione", ha affermato, dopo l'attacco statunitense su tre siti nucleari iraniani.
Il Presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa ha rilasciato domenica una dichiarazione in cui ha chiesto "moderazione e l'urgente ripresa degli sforzi diplomatici", sottolineando che la diplomazia rimane l'unica soluzione praticabile al conflitto.
Ha ribadito l'allineamento del Portogallo con le Nazioni Unite e l'Unione Europea nel sostenere la de-escalation e l'evitamento di ulteriori scontri militari.
Il Primo Ministro portoghese Luis Montenegro ha ribadito questo sentimento sui social media, chiedendo "massima moderazione da parte di tutte le parti e un ritorno ai negoziati".
Nel frattempo, il Partito Comunista Portoghese (PCP) ha emesso una dura condanna degli attacchi aerei statunitensi, definendoli una "chiara violazione" della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Il partito ha sostenuto che l'attacco riflette una più ampia strategia di dominio globale da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati.
Il 13 giugno, Israele ha lanciato una serie di attacchi aerei su larga scala contro le strutture nucleari e militari iraniane, uccidendo diversi comandanti di alto rango e scienziati nucleari. In risposta, l'Iran ha effettuato attacchi missilistici e con droni sul territorio israeliano.
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato sabato che gli Stati Uniti avevano effettuato attacchi contro tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz e Esfahan.
In risposta, lunedì sera l'Iran ha lanciato un attacco missilistico contro la base aerea statunitense di Al Udeid in Qatar.
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